L'arte culinaria napoletana è un meraviglioso connubio di tradizione, passione e sapori audaci che si mescolano per creare un'esperienza gastronomica indimenticabile. È come un'opera d'arte che si dipana attraverso piatti ricchi di storia e identità, catturando i sensi e il cuore di chi li assapora.
L’antenato del ragù napoletano è un piatto molto antico e di tradizione popolare. Esso deriva da un piatto della cucina popolare medioevale provenzale che aveva nome “Daube de boeuf” e che era uno stufato di carne di bue, parti molto coriacee, mescolate a verdure e cotto lungamente in un recipiente di creta.
RicettaNel linguaggio parlato, è consuetudine utilizzare l’espressione “si nu’ babbà” per fare un complimento, come a voler dire “sei un tesoro”, “hai un carattere dolce”
RicettaIl Casatiello è il piatto che festeggia la resurrezione di Cristo. Famose sono le origini di questo piatto che risale ai tempi della Napoli greca, cucinato durante le feste primaverili in onore di Demetra o Cerere per i romani, diventato poi simbolo della santa Pasqua simboleggiando la corona di spine di Cristo.
RicettaLa leggenda narra che la Sirena Parthenope, intrattenendo con il suo canto, ebbe in dono sette regali: la farina, simbolo di ricchezza; il grano, simbolo del mondo umano e animale; la ricotta, simbolo di abbondanza; le uova, simbolo della fertilità; i fiori d’arancio, simbolo della Campania stessa; i frutti canditi e spezie, simbolo dell’accoglienza a tutti i popoli; infine, lo zucchero, simbolo del canto della Sirena. Con i sette doni, la Sirena donò al popolo la pastiera.
RicettaSi ipotizza abbia origine a Napoli, nei Quartieri Spagnoli. Intorno al XX secolo il famoso rione partenopeo ospitava attività di ogni tipo, tra queste sicuramente le case di piacere. Le ragazze che lavoravano nei bordelli si vestivano di capi intimi molto particolari con colori vistosi, gli stessi che colorano il piatto degli spaghetti capperi e olive: il verde del prezzemolo, il rosso dei pomodori, il viola scuro delle olive, il grigio-verde dei capperi, la tinta granato dei peperoncini.
RicettaLa sfogliatella nasce nel XVIII secolo nel conservatorio di Santa Rosa da Lima, a Conca dei Marini (Salerno), quasi per caso: era avanzata nella cucina del convento un po’ di pasta di semola; invece di buttarla, fu aggiunta frutta secca, zucchero e limoncello, ottenendo un ripieno.
RicettaLa pizza napoletana nasce intorno al 1600 dall’enorme ingegno culinario napoletano, bisognoso di rendere più gustosa e saporita la tradizionale schiacciata di pane. Inizialmente si trattava di pasta per pane cotta in forni a legna, condita con aglio, strutto, sale grosso e talvolta caciocavallo e basilico. Il cuoco partenopeo Raffaele Esposito inventò un piatto con i colori della bandiera italiana per servirlo alla Regina Margherita di Savoia che era in visita a Napoli.
RicettaSull’isola di Capri un cuoco, mentre era intento alla creazione di una torta al gusto di mandorla, dimenticò nella preparazione del dolce di inserire un’ingrediente fondamentale, ovvero la farina. Quello che doveva preannunciarsi come un disastro soprattutto per le sorti del povero chef, divenne invece un vero e proprio tripudio. Sbagliando si impara, o meglio ancora potremmo dire in questo caso: sbagliando s’inventa!
RicettaIl cuoco che inventò l’iconico piatto era un napoletano che veniva chiamato con il nomignolo in dialetto di ’o Genoves. Fu proprio da questo appellativo che nacque il nome del piatto di sua invenzione. Ad avvalorare questa versione, c’è anche il fatto che il cognome “Genovese” è molto diffuso nel capoluogo campano.
RicettaLa zeppola di San Giuseppe è simbolo della festa del papà perchè il capofamiglia Giuseppe, per provvedere alla propria famiglia si mise a vendere frittelle.
RicettaIl termine parmigiana deriverebbe dalla particolare disposizione delle melanzane fritte parzialmente sovrapposte l’una all’altra, che le fa assomigliare nella forma ai listelli di una persiana, “parmiciana”, per l’appunto..
RicettaGli struffoli sono giunti a Napoli al tempo di Partenope, per mano dei Greci. Il nome dello “struffolo”, ossia della singola pallina che compone il dolce, deriverebbe appunto dal greco “strongoulos” o “stroggulos” che significa “di forma tondeggiante”.
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L'arte culinaria napoletana non è solo un insieme di piatti deliziosi, ma è un viaggio attraverso la storia, la cultura e l'amore per il cibo che si manifesta in ogni morso, trasformando ogni pasto in un'esperienza indimenticabile.